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Data

17 marzo 2010


Audizione in Consiglio Regionale

Il Direttore è stato sentito in audizione alla Sesta Commissione regionale sul ddl in materia di finanziamento al sistema universitario regionale.

Si riporta il testo dell'intervento effettuato il 16 marzo 2010.

 

Signor Presidente, Signori Consiglieri

Gli organi accademici del Conservatorio - inclusa la componente studentesca - riuniti in seduta congiunta lo scorso 10 marzo, hanno valutato con favore il disegno di legge n. 97 “Finanziamenti al sistema universitario regionale” di iniziativa della Giunta Regionale, per i motivi che di seguito vado a indicare.

Anzitutto il provvedimento riconosce pari dignità ai Conservatori di musica regionali rispetto alle Università, e li colloca in un Sistema che – pur nella specificità delle sue componenti, oggi garantita da leggi nazionali – intende promuovere la competitività del nostro comune operare verso all’esterno, rispetto a latenti tentazioni di dannosa e anacronistica competizione interna. Di questo diamo atto, con vivo apprezzamento, in primo luogo all’Assessore Alessia Rosolen e alla Giunta nonché, per averne colto ed accolto l’essenza in modo non solo formale, ai Rettori e agli organi accademici delle Università regionali.

Nel proposito di restituire un ruolo centrale al Sistema universitario regionale, il provvedimento mira inoltre a incentivare forme di collaborazione e integrazione tra gli Atenei e con il mondo del lavoro, partendo dalla premessa – da noi condivisa non da oggi - che la qualità dell’offerta, e in taluni casi l’eccellenza, sia più facile da conseguire con la cooperazione piuttosto che in solitudine o con una concorrenza interna al sistema stesso.

Un significativo innalzamento della capacità attrattiva del Sistema universitario regionale costituisce, anche a nostro parere, obiettivo non più rinviabile per meglio servire il territorio regionale e per garantire una ragionevole prospettiva di sviluppo – e non di mera sopravvivenza - al Sistema stesso e alle sue singole componenti, le quali sono sempre più chiamate ad esercitare con senso di rinnovata responsabilità la propria autonomia, per preservarla e valorizzarne l’alta potenzialità nell’esclusivo adempimento dei propri fini istituzionali.

L’attuazione pratica del presente provvedimento potrà forse metterne in luce alcuni aspetti di possibile miglioramento, ma il suo obiettivo – che è chiaro e da noi condiviso - sembra essere stato coerentemente tradotto nell’attuale impianto normativo. Il Conservatorio di Trieste auspica che la sua concreta attuazione possa rispecchiarne integralmente lo spirito e ciò non potrà avvenire senza una consistente e stabile dotazione finanziaria, basata su piani e investimenti pluriennali che non si limitino a mantenere in funzione le singole componenti del sistema ma abbiano la capacità di valorizzarne le sue parti migliori.

Riteniamo opportuno rilevare che, ove il dispositivo prevede “destinazione delle risorse tra le tipologie di beneficiari sulla base delle dimensioni degli stessi”, è necessario tenere presente che le dimensioni non riconducono ad un medesimo ordine di grandezza: infatti la specificità intrinseca dei Conservatori dà necessariamente origine a una tipologia di Istituzioni il cui dimensionamento è limitato, che mantiene però non riducibile - rispetto all’Università - la complessità, varietà e molteplicità delle esigenze e delle problematiche da affrontare per assicurarne il corretto funzionamento. È per noi doveroso segnalare, anche in questa sede, che la ripartizione delle risorse non potrà basarsi su un puro calcolo proporzionale, ma andranno individuate ed assicurate soglie minime di finanziamento a garanzia del sottosistema dell’alta formazione musicale nella regione.

Non essendo inoltre ravvisabili motivi per cui i finanziamenti statali debbano privilegiare le istituzioni universitarie - e quindi anche i Conservatori - della nostra regione, il provvedimento in esame ha il pregio di individuare strumenti indiretti volti a favorire il riequilibrio, la cui efficacia va al di là della mera contribuzione economica ed è volta ad innescare effetti virtuosi che, riteniamo, sia interesse della comunità regionale sostenere adeguatamente.

Appare più che condivisibile anche il superamento, mediante meccanismi di premialità, della tendenza alla suddivisione al 50% delle risorse tra Udine e Trieste, che anche i Conservatori hanno sino ad oggi sperimentato, seppure solo su alcune delle possibili linee di finanziamento. Molto dipenderà da come saranno declinate l’individuazione e la misura degli “effetti delle attività realizzate nel territorio regionale” e quindi, in ultima analisi, anche dall’auspicabile sintonia di intenti che emergerà in seno all’istituenda Conferenza del sistema universitario regionale.

Al riguardo è chiaro perché oggi sia oggetto di particolare attenzione la scelta dei meccanismi di funzionamento della Conferenza, con particolare riferimento alle modalità di adozione delle deliberazioni. Si discute in questi giorni se sia meglio prevedere l’approvazione delle deliberazioni all’unanimità ovvero a maggioranza, eventualmente qualificata. Per quanto ci riguarda sull’argomento non abbiamo un convincimento prevalente. Esprimiamo tuttavia l’auspicio che la soluzione che sarà adottata non riconduca – nei fatti – a quella suddivisione indiscriminata al 50% che si ritiene necessario superare proprio con il presente provvedimento .

Il Conservatorio di Trieste, in conclusione, esprime il proprio grato apprezzamento alla Giunta regionale, e in particolare all’Assessore Rosolen, per la predisposizione di questo innovativo provvedimento e auspica in una sua tempestiva e convinta approvazione per dare al Sistema universitario regionale un fondamentale strumento in più a sostegno della sua valorizzazione, le cui ricadute ritorneranno a beneficio dell’intera comunità regionale.

Massimo Parovel