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Data

1 ottobre 2012 12:45


Taste the sound: A Sonic Kitchen for Biscuit Cooking

In occasione di Trieste NEXT 2012, la Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Trieste ha presentato un’installazione interattiva e multimodale sul tema dell'alimentazione, suscitando vivo interesse di visitatori e scolaresche.

Durante le giornate del 29 e 30 settembre presso la Sala del Torchio del Comune di Trieste e in occasione di Trieste NEXT 2012, la Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Trieste ha presentato un’installazione interattiva e multimodale sul tema dell'alimentazione. Un lavoro d’equipe che ha coinvolto sette autori, Giacomo Bisaro, Francesco Garbo, Francesco Gavosto, Marco Godeas, Carlo Marzaroli, Annalisa Metus e Federico Müllner, coordinati dai docenti Pietro Polotti e Cristina Fedrigo.

È la prima volta che il Conservatorio Tartini espone in pubblico un lavoro sul suono applicato ad uno scenario quotidiano tipicamente appartenente al mondo del Design. In questo caso si è trattato di cucina. Lo spunto è venuto dal tema dell’edizione di NEXT di quest’anno: “Save the food” e si è tradotto in un'esplorazione della cucina attraverso l'ascolto: suoni generati elettronicamente hanno rappresentato diversi tipi di ingredienti e hanno guidato le azioni necessarie per la preparazione di ottimi biscotti di pastafrolla.

L’idea principale è stata preparare i biscotti aiutati dall'orecchio, in base alle suggestioni sinestesiche di "ascoltare il gusto" per poi poter "assaggiare il suono" una volta cucinati i biscotti. I suoni erano infatti prodotti dal tavolo, su cui la pastafrolla veniva stesa, dal mattarello e dalle formine utilizzate per ritagliare la pasta. Tutti questi oggetti erano dotati di sensori che, comunicando con il computer, azionavano e controllavano la produzione dei rispettivi suoni attraverso degli altoparlanti nascosti sotto il tavolo di lavoro. I suoni reagivano in modo coerente all’azione del cuoco e ogni formina era dotata di un proprio suono caratteristico.

Affinché il pubblico rivolgesse tutta l’attenzione all’ascolto, senza essere distratto dal senso della vista, la preparazione dei biscotti avveniva attraverso un paravento nel quale l’utilizzatore, senza vedere, poteva introdurre le braccia ed effettuare tutte le operazioni utilizzando il tatto e, soprattutto, l’udito. Anche il rotolo della carta da forno e il passino dello zucchero a velo erano sonificati, ovvero dotati di un suono artificiale controllato tramite sensori e riprodotto, in questo caso, da piccoli altoparlanti nascosti dentro gli oggetti.

Dopo aver gustato i propri biscotti cucinati sul luogo in un piccolo forno elettrico, l’ultimo elemento dell’installazione era rappresentato da una scatola di biscotti. La scatola emetteva un suono continuo lieve ed armonioso, che col passare del tempo diventava disarmonico, forte e sgradevole per richiamare l’attenzione sul fatto che i biscotti giacevano al suo interno non consumati e rischiavano di andare a male: una sorta di avvertimento sonoro in pieno accordo con il tema “Save the food”.