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2 luglio 2021 20:30


Borsa di studio dedicata a LANFRANCO MALAGUTI - Serata concerto di premiazione

Trieste, Sala Tartini del Conservatorio, venerdì 2 luglio 2021, ore 20.30 - Concerto e premiazione dei vincitori della borsa di studio dedicata al chitarrista Lanfranco Malaguti, prematuramente scomparso nel 2019.Capienza max 50 posti con prenotazione obbligatoria a prenotazioni@conts.it entro mercoledì 30.6

Questo evento concertistico è stato organizzato per ospitare la premiazione di una borsa di studio, voluta dalla famiglia del musicista Lanfranco Malaguti, chitarrista tra i più interessanti in Italia prematuramente scomparso nel 2019, e che per tre anni assegnerà una cospicua donazione allo studente che realizzerà la miglior tesi di laurea tra gli studenti della Scuola di Jazz. Per l’anno accademico 2019/20 il fortunato vincitore è il chitarrista triestino Riccardo Pitacco, che si è diplomato, a pieni voti e con lode, con la tesi “Un Dialogo A Dodici Corde”.

Successivamente all’esibizione del premiato, che si esibirà presentando il progetto della sua tesi di laurea, salirà sul palco della Sala Tartini anche il sestetto formato dagli studenti del corso di musica d’insieme del prof. Giovanni Maier.

Il Conservatorio “G. Tartini” e la Scuola di Jazz sono orgogliosi di poter proporre al pubblico un’esibizione artistica di questo livello e desiderano ringraziare la famiglia Malaguti per la grande generosità e sensibilità con la quale hanno deciso di onorare la memoria di Lanfranco.

Alle manifestazioni possono accedere, con ingresso libero, docenti e allievi del Conservatorio, e contestualmente anche il pubblico esterno previa prenotazione obbligatoria fino a 48 ore prima dello spettacolo (e comunque fino ad esaurimento posti) esclusivamente via email all'indirizzo: prenotazioni@conts.it

 

Riccardo Pitacco, chitarra elettrica
Gabriele de Leporini, chitarra elettrica

Questo progetto nasce con l’intento di inserire diversi momenti di musica scritta all’interno di un concerto jazz per due chitarre. La volontà è quella di allontanarsi da una tipica esecuzione di ambito jazzistico, che prevede poche parti scritte ed una divisione abbastanza definita dei ruoli di accompagnatore e di solista, nel divenire del brano. Da qui l’idea di inserire delle sezioni scritte, quasi si trattasse di un duetto cameristico di chitarre. In linea generale questi sezioni presentano, dal punto di vista della scrittura, figure retoriche riconducibili addirittura ad una tradizione vocale antica (vi sono difatti brevi palliogie), frasi armonizzate a due voci, momenti omo-ritcmici ed altri volutamente in contro tempo.

L’organico scelto possiede delle caratteristiche del tutto peculiari; per la particolare versatilità della chitarra nel ricoprire ruoli sia ritmici che melodico/armonici, riconducibili a strumenti cardine della sezione ritmica come contrabbasso e batteria, risulta completa nonostante l’apparente mancanza di altri strumenti ed anzi, la formazione così ridotta favorisce un dialogo alle volte difficile da portare avanti con ensemble di più grandi dimensioni.

Il linguaggio armonico scelto nelle composizioni originali si ispira alle sonorità di un certo jazz moderno, ma anche ad un ritorno, riscontrabile ad esempio in alcuni degli ultimi lavori di Julian Lage e Gilad Hekselman, a sonorità più standard e meno “moderne”, più vicine alle realtà musicali degli anni ’50 e ’60.

 

Kristina Frandolic, voce
Angelica Zacchigna, voce
Nicoletta Taricani, voce
Francesca Giordano, pianoforte e voce
Paolo Ius, basso elettrico
Igor Checchini, batteria

musiche di Guinga, Bill Evans, Joni Mitchell, Burt Bacharach e altri.

Questo ensemble viene formato dall’insegnante di Musica d’Insieme Giovanni Maier per approfondire le modalità di composizione, arrangiamento ed esecuzione all’interno di un gruppo di medio organico, nel quale non sono presenti delle sezioni orchestrali di strumenti omogenei come nelle Big Band (nelle quali è necessario talvolta rinunciare ad un po’ delle proprie peculiarità espressive per raggiungere una certa omogeneità di suono), ma dove invece ogni musicista deve contribuire con la propria personalità alla creazione del suono collettivo del gruppo.


Il repertorio è composto interamente da arrangiamenti originali degli allievi di brani del repertorio jazzistico classico e moderno; si è cercato di spaziare in modo trasversale attraverso diversi linguaggi (il jazz, ovviamente, ma anche il pop, il rock, la musica etnica e la musica contemporanea) mantenendo però inalterato l’atteggiamento creativo ed informale che sta alla base della tradizione afro- americana.