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3 febbraio 2017 20:45


Serenate e melodie elegiache

Orchestra d'Archi del Conservatorio "G.Tartini”
M° Fabio Pirona, docente preparatore
Musiche di Max Bruch, Edvard Grieg
Teatro Zancanaro, Sacile (PN) - 3 febbraio 2017 - ore 20.45
a cura di Ass.Culturale Ensemble Serenissima

PROGRAMMA

Max Bruch: Serenata in do minore per archi su melodie popolari svedesi (opera postuma)

Edvard Grieg: Due melodie elegiache per archi op. 34

Edvard Grieg: Fra Holbergs tid (Dai tempi di Holberg), Suite in stile antico per archi op. 40/1

 

NOTE DI SALA

La Serenata su motivi popolari svedesi di Max Bruch è un epigono nel suo genere, nasce nel 1916 e guarda alla tradizione romantica tedesca o centro Europea similmente ad altri autori, quali J.Brahms e A.Dvořák, non tenendo conto del cambiamento del mondo musicale avvenuto all'inizio del '900.

La prima edizione a stampa sarà realizzata solo nel 1941. In essa possiamo riscontrare il magistero compositivo di Bruch, che fu anche un insigne didatta, unito alla ricerca di melodie e suggestioni popolari che l'autore aveva già collezionato in una raccolta di 15 Danze svedesi per violino e pianoforte di qualche anno precedente.

Nella successione dei movimenti, si riscontra una felice scrittura per l'Orchestra d'archi: nella partitura tutte le sezioni suonano divise e si può notare soprattutto l'autonomia dei contrabbassi rispetto al normale raddoppio all'ottava con i violoncelli. Oltre allo struggente lirismo dei due movimenti centrali e la divertente danza popolare, è da rilevare come il primo e l'ultimo movimento siano praticamente eguali, tranne una coda, ritornando così ad una prassi addirittura settecentesca.

Fra i rappresentanti delle cosiddette Scuole Nazionali, un posto di spicco spetta sicuramente a Edvard Grieg, noto compositore norvegese, che amava le forme brevi e miniaturistiche e che con i suoi tratti, inconfondibilmente nordici, ci regala delle pagine di grande poesia come le Due melodie elegiache op.34 del 1881. La Holberg Suite guarda ad un certo Neoclassicismo di ispirazione francese, ispirata alle opere del drammaturgo danese Ludwig Holberg. La sequenza dei cinque movimenti ripercorre una forma barocca con riferimenti sia di ispirazione popolare (Gavotta, Musette e Rigadoun provenzale) che sacra (Aria dell'Andante religioso). La composizione, del 1884, nasce originalmente per pianoforte, poi orchestrata dallo stesso Grieg, diventata poi uno dei pezzi più eseguiti del repertorio per Orchestra d'archi.

 

Orchestra d'archi del Conservatorio "G. Tartini" di Trieste

L'Orchestra d'archi suona senza l'ausilio di un direttore perché il lavoro svolto in sede di preparazione mira ad una concezione del quartetto d'archi esteso all'orchestra intera.

L'Orchestra ha già eseguito un vasto repertorio, dal barocco al '900 storico e, oltre che in Regione, ha eseguito numerosi concerti anche in Austria e Slovenia.

Nel 2012 e nel 2013 è stata invitata al Quirinale a Roma dove ha eseguito due concerti alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime autorità dello Stato, ricevendo unanimi consensi.

 

Violini primi

Giada Visentin, Valentina Pacini, Kristina Ivanović, Işinsu Ermis, Tamara Mikulić, Jelena Jovović, Teodora Kaličanin, Tamara Krivokapić, Marsiona Bardhi, Irina Monieva, Marina Nadalin, Halima Igbaria, Arianna Bandieramonte

Violini secondi

Felipe José Kopušar Prenz, Nadežda Perović, Paolo Martino Delmarco, Teresa Vio, Enxhi Kumrija, Kloudennas Qerimaj, Angela Mognol, Ilaria Mariuzzo, Lorenzo Petrachi, Carolina Elisa Riccobon, Longo Daniel

Viole

Sara Zoto, Rachele Castellano, Giovanni Dalle Aste, Riccardo Forti, Jelisaveta Gluvić, Lucy Passante Spaccapietra

Violoncelli

Katja Panger, Alice Romano, Thomas Bulzis, Gaia Valeria Jark, Luca Bregant, Apolonia Vidić, Nikolina Stepanović

Contrabbassi

Kevin Reginald Cooke, Adalberto Ambotta, Matteo Bucci, Chia Sultan Ahmed