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26 febbraio 2020 20:30


ANNULLATO - I concerti del Conservatorio

Luisa Sello - flauto, Bruno Canino - pianoforte
Musiche di Beethoven, Franck
Sala Tartini - Mercoledì 26 febbraio 2020, ore 20.30
Ingresso libero su prenotazione (tel 040 6724911)
In collaborazione con Amici della Musica - Udine

PROGRAMMA

Ludwig van Beethoven:
Largo dal Concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore op. 15 (elaborazione di Theobald Boehm)

Serenata op. 41 in re maggiore per flauto e pianoforte
Entrata, Allegro, Tempo ordinario d'un Minuetto, Trio I e Trio II, Allegro molto, Andante con Variazioni, Adagio, Allegro vivace

César-Auguste Franck:
Sonata in la maggiore (elaborazione di Jean-Pierre Rampal)
Allegretto ben moderato, Allegro, Recitativo-Fantasia: Ben moderato. Largamente con fantasia, Allegretto poco mosso

 

NOTE DI SALA

Il Concerto in do maggiore op. 15 venne ultimato da Beethoven nel 1798 e porta una dedica ad una sua giovane allieva, Anna Luisa Barbara von Keglevich, detta 'Babette'. Il Largo centrale, che ascoltiamo nella trascrizione per flauto e pianoforte, è nella morbida e sognante tonalità di la bemolle maggiore. Le sue volute melodiche sono molto ampie e l'espressività raggiunta da Beethoven, considerando il suo momento artistico, è senza dubbio notevole. Il tema è ben giocato tra i due strumenti; l'orchestra, affidata al pianoforte, sostiene ed accompagna questo dialogo, questo scambio di piccole frasi, di dolci accenni, per rinforzarsi qua e là in brevi sussulti di vigore che ridanno dinamismo alla melodia, nitida anche nelle sue transizioni tonali tra minore e maggiore. La Serenata per flauto e pianoforte op. 41 è considerata un pezzo di musica da eseguirsi all'aria aperta in occasione di una lieta ricorrenza o di un festeggiamento, come dimostrano la semplicità di scrittura e l'eleganza melodica dei sette movimenti. La pagina beethoveniana, pur rispettosa delle strutture formali caratteristiche di questo genere musicale, presenta il suo biglietto da visita stilistico sin dall'Entrata, contrassegnata da un Allegro di fantasiosa e spigliata varietà inventiva, con quel ritmo scandito come un cinguettio di uccello dallo strumento a fiato: è fra le trovate più brillanti ed estroverse del primo Beethoven. Il Minuetto non esce dagli schemi consueti di una musicalità graziosamente galante, mentre il presto dell'Allegro molto ha un accento sostenuto e ben timbrato. Trasparenti e leggere, come il volo di una farfalla, in una serata d'estate, appaiono le variazioni sul tempo di Andante. L'Allegro scherzando e vivace reca il segno espressivo tipico dei brani di questo genere e il clima sale di tono nell'Adagio e nell'Allegro vivace finale, dove l'animo del compositore si riflette con vivace, spensierata e giovanile prestanza ritmica, quasi a sottolineare l'addio al paradiso perduto della felicità settecentesca. Assieme alla Sinfonia in re minore, alle “Variazioni sinfoniche”, a “Psyché”, al Quartetto in fa minore, ai due grandi trittici per pianoforte, la Sonata per violino rappresenta uno dei massimi risultati conseguiti da Franck nel periodo della sua piena maturità. Ne ascoltiamo questa sera la rielaborazione per flauto e pianoforte del grande flautista Jean-Pierre Rampal. Il gran segreto della unitarietà di questa Sonata, risiede nella sapienza con cui il compositore, contrappuntista educato sui modelli di Bach, riesce ad elaborare il materiale tematico in una saldissima rete di rapporti ritmici ed intervallari, conseguendo una coerenza strutturale di grande interesse. Formalmente, l'Allegretto ben moderato iniziale segue lo schema classico della sonata. Ma la relativa concisione degli sviluppi, esclusivamente basati sulla ripetizione del primo tema, unita alla scarsa incisività tonale, sembra sfuggire la tensione dialettica propria alla forma nella tradizione classica. L'Allegro seguente, più ampio e drammatico, è caratterizzato da una continua tensione cromatica, agitata dal mareggiare del pianoforte, la cui scrittura qui si addensa nello scorrere di accordi spezzati lungo tutta l'estensione della tastiera. Il tema principale ricompare profondamente modificato, e si alterna con un disegno più disteso e lirico. Introdotto da un elemento cromatizzante esposto dal pianoforte, un lungo disegno affidato principalmente al flauto apre il Recitativo-Fantasia. Il discorso si anima progressivamente, su di un tema largo, cantabile, che si compiace di approdi dal minore al maggiore e viceversa. I motivi si rivelano trasfigurazione di idee tematiche già presentate nei movimenti precedenti, e la loro fusione crea un clima di espressività densa ed estenuata, ma nobile. Il finale sembra volerci ricondurre in un'atmosfera più classica, tendente all'eleganza più che alla complessità. È un rondò, basato ancora una volta sul tema principale, non troppo alterato nella sua fisionomia intervallica, ma reso comunque irriconoscibile. Dietro l'apparente leggerezza del discorso, si nasconde infatti una estrema elaborazione compositiva.

 

Luisa Sello
Flautista internazionale, artista testimonial della Miyazawa Flute, con attività in Europa, Estremo Oriente, Stati Uniti e Sud America, invitata da Wiener Symphoniker Concert Verein, Salzburger Kammerorchester, Miami Greater Symphony Orchestra, I Virtuosi Italiani, Thailand Symphony Orchestra, ha collaborato con l'Orchestra della Scala di Milano sotto la direzione di Muti. Ha suonato con grandi interpreti tra i quali Alirio Diaz, Trevor Pinnock, Philippe Entremont. Karl Leister. Ospite a Musikverien di Vienna, Parco della Musica a Roma, Brahms Saal a Mosca, National Theatre a Astana, Operà a Il Cairo, NCPA a Pechino, è titolare di flauto al Conservatorio di Trieste, ospite all’ Università di Vienna (Universität für Musik) e professore di dottorato in Flute Artistry Performance alla New Bulgarian University di Sofia. Laureata in Lingue e Letterature moderne, ha conseguito il dottorato in concertismo (PhD all’Universita’ di Bratislava) e in Scienze Linguistiche Comparate (PhD all’Universita’ di Udine). Si è perfezionata a Parigi con Raymond Guiot e Alain Marion e all’Accademia Chigiana di Siena con Severino Gazzelloni. Definita dal New York Concert Review artista dalla ‘avvincente e spontanea cantabilità, tecnica brillante, eccellente controllo del fiato, suono generoso e grande charm’ è artista scelta dal Ministero Italiano dei Beni Culturali per rappresentare la musica italiana. Incide per ‘Stradivarius’, Dynamic e Millennium di Pechino.

Bruno Canino
Riconosciuto come uno dei massimi cameristi e pianisti dei nostri tempi, Bruno Canino studia pianoforte con Vincenzo Vitale e composizione con Bruno Bettinelli al conservatorio di Napoli. Distintosi subito nei concorsi internazionali di Bolzano e Darmstadt, inizia una lunga carriera concertistica e in tutto il mondo assieme ad artisti come Cathy Barberian, Severino Gazzelloni, Salvatore Accardo, Viktoria Mullova. Ha frequentato con particolare assiduità il repertorio moderno e contemporaneo. Tra le sue registrazioni più importanti le Variazioni Goldberg di Bach, l’integrale dell’opera pianistica di Casella e la prima integrale pianistica di Debussy su cd, le opere di Mendelssohn per violoncello e pianoforte assieme a Lynn Harrell, i lavori di Prokofiev, Ravel e Stravinsky con la violinista Viktoria Mullova, incisione per la quale ha ricevuto il premio Edison. È stato docente di pianoforte al conservatorio di Milano e alla Hochschule di Berna. Tiene regolarmente corsi di perfezionamento nelle istituzioni musicali in tutto il mondo. Attualmente è docente di musica da camera con pianoforte presso la Scuola di Fiesole e alla Escuela Reina Sofia di Madrid. Ha esercitato inoltre l'attività di direttore artistico e nel 1999-2002 è stato direttore musicale della Biennale di Venezia. Fortemente interessato alla musica contemporanea, ha lavprato con molti compositori come Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, György Ligeti, Pierre Boulez, Bruno Maderna, Luigi Nono, Sylvano Bussotti e Mauricio Kagel, eseguendo spesso prime assolute. Dal 1999 al 2002 è stato direttore artistico della Biennale di Venezia. È autore di libri editi da Passigli Editore tra cui ‘Vademecum for a Chamber Pianist’ e ‘Senza Musica’.

 

Il duo, recentemente invitato alla Carnegie Hall di New York per la celebrazione dei 125 anni, ha attirato la stampa specializzata per l’eccellente intesa e l’ottimo affiatamento interpretativo. Accanto alle qualità personali dei due artisti, la loro collaborazione mette in luce la capacità di comunicare emozioni difficili da dimenticare, qualità apprezzate dalla critica internazionale, ma anche dal grande pubblico che si è sentito più vicino alla grande musica proprio per la chiarezza, la compenetrazione e la simpatia delle loro interpretazioni.