pentaGramma: cinque incontri fra musica e parole
Il cinema, la musica, il silenzio
Carlo Montanaro
lunedì 19 dicembre 2011 ore 18.00
Aula Magna
ALLA SCOPERTA DELLA FASCINOSA ALCHIMIA FRA SILENT MOVIE, PENTAGRAMMA E SILENZIO, CON IL CRITICO CINEMATOGRAFICO CARLO MONTANARO, CONSULENTE ARTISTICO DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE.
La fascinosa dialettica fra musica e ‘silent movie’, in rapporto al silenzio nel cinema, è il tema portante dell’appuntamento che sigla il cartellone di pentaGramma, itinerario fra musica e parole promosso dal Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste, a cura della docente Rita Verardi.
Lunedì 19 dicembre, alle 18.00 nell’Aula Magna del Tartini (via Ghega 12 Info 040.6724911), protagonista della conversazione intorno a “Il cinema, la musica, il silenzio” sarà lo studioso veneziano Carlo Montanaro, critico cinematografico, direttore per molti anni dell'Accademia di Belle Arti di Venezia e attualmente consulente artistico per molti festival e rassegne (dalla Biennale di Venezia al MystFest di Cattolica, alle Giornate del cinema muto di Pordenone), nonché autore di numerose pubblicazioni e collaboratore dell'Enciclopedia del Cinema Treccani. Ha curato, tra le altre, la sezione audiovisiva delle Mostre “Pontus Hulten: Artisti da una collezione” (Palazzo Franchetti, Venezia) e “Luigi Russolo: Vita e opere di un futurista” (MART, Rovereto) con saggi nei rispettivi cataloghi (Skira). Ha collaborato al catalogo della Vertigo, Il secolo di arte off‐media dal futurismo al web curata da G. Celant e G. Maraniello (Museo d’Arte Moderna di Bologna, Skira, 2007).
Al suo esordio il cinema "chiuse" il boccascena di molti teatri imponendo, al posto del sipario, quel bianco telone che divenne subito il luogo deputato per sogni ed emozioni. Il ‘silent movie’ delle origini conservò uno degli elementi principali del rappresentare dal vivo: quello dell'esecuzione musicale, qualche volta con partiture scritte all'uopo, spesso basata sull'improvvisazione. Fino a quando il grande regista tedesco Fritz Lang decise di esaltare, più che la musica, le parole, i rumori e il silenzio. Silenzio che da quel film, M (Germania 1931), divenne uno degli elementi fondamentali del linguaggio "audiovisivo", del cinematografo e della futura televisione …
Da un punto di vista strettamente musicale, il cammino verso un complesso ed emotivo approccio all’accompagnamento dei film fu un processo graduale. I primi film venivano accompagnati solamente da un pianista che solitamente improvvisava mescolando brani popolari a stralci di pezzi classici. Già negli anni Venti però, non era raro incontrare nelle grandi città un film accompagnato da un’intera orchestra. Dal momento che però l’improvvisazione è impossibile con un’orchestra, le partiture complete per musica da film divennero una necessità, così nel tempo anche compositori di grande talento sperimentarono e spesero energie nella creazione di partiture per i silent movies: Camille Saint- Saëns per “L’assassinat du duc de Guise” del 1908, Richard Strauss per “Der Rosenkavalier”, Arthur Honegger per “La roue” del 1923 e “Napoleon” del 1927, Dimitri Shostakovich per “La nuova Babilonia” (che fu solo la prima delle sue 36 partiture per il cinematografo, muto e non). Uno dei primi cineasti a capire l’importanza della musica per il film e il ruolo centrale nella collaborazione fra compositore e regista fu Sergej Eisenstein.
Nato a Burano, dopo la laurea in Architettura si dedica alla comunicazione e allo spettacolo con particolare attenzione al cinema. Direttore per molti anni dell'Accademia di Belle Arti di Venezia collabora all'organizzazione di festival e rassegne ( Biennale di Venezia, MystFest di Cattolica, Le giornate del cinema muto di Pordenone). Oltre ad essere autore di numerose pubblicazioni è tra i collaboratori dell'Enciclopedia del Cinema Treccani.Ha curato, tra le altre, la sezione audiovisiva delle Mostre “Pontus Hulten: Artisti da una collezione” (Palazzo Franchetti, Venezia) e “Luigi Russolo: Vita e opere di un futurista” (MART, Rovereto) con saggi nei rispettivi cataloghi (Skira). Ha collaborato al catalogo della Vertigo, Il secolo di arte off‐media dal futurismo al web curata da G. Celant e G. Maraniello (Museo d’Arte Moderna di Bologna, Skira, 2007).