pentaGramma: "Un nuovo inizio" l'estetica musicale di Ferruccio Busoni
Riflettori su un artista chiave della dimensione musicale mitteleuropea a cavallo fra XIX e XX secolo, a cura di Maria Letizia Michielon e Fabio Nieder
Mercoledì 24 ottobre 2012 - ore 18.30
Sala "Victor de Sabata" del Ridotto del Teatro Giuseppe Verdi
Ingresso libero
Entra nel vivo con il terzo appuntamento, in programma mercoledì 24 ottobre alle 18.30 nella Sala Ridotto Victor De Sabata del Teatro Verdi di Trieste (ingresso libero), l’edizione 2012 di pentaGramma, il ciclo di incontri “tra musica e parole” promosso dal Conservatorio Tartini, nell’ottica di una collaborazione con il Teatro Verdi che si va consolidando e favorisce proficue sinergie di lavoro.
Come nel caso del prossimo incontro di pentaGramma, che sarà dedicato a “Un nuovo inizio. L’estetica musicale di Ferruccio Busoni”, in raccordo con la prima in tempi moderni de “Il sabato del villaggio” di Ferruccio Busoni, di scena per la Stagione Sinfonica del Teatro Verdi il 26 e 27 ottobre.
Curato da Maria Letizia Michielon e Fabio Nieder, l’incontro propone una riflessione sull’estetica musicale e il linguaggio compositivo di un artista, Ferruccio Busoni – pianista, compositore e direttore d’orchestra - considerato la chiave di volta tra la cultura italiana e quella mitteleuropea a cavallo tra il XIX e XX secolo. Verranno ricostruite la sua ampia formazione intellettuale e lo straordinario talento creativo, evidenziando le connessioni con le avanguardie novecentesche e l’attualità di una tensione artistica innovativa, sempre proiettata al futuro.
Ferruccio Busoni, nativo di Empoli, figlio della triestina Anna Weiss, musicalmente mosse i suoi primi passi proprio negli anni dell’ infanzia a Trieste. Forse già a un anno e mezzo di vita pare sia stato iniziato allo studio del pianoforte sotto la guida della madre e sembra che, giovanissimo, abbia frequentato la scuola di musica fondata dal violinista triestino Carlo Eckhardt e situata nelle vicinanze dell'abitazione del nonno in cui Ferruccio visse fino al 1872. Ma alla città giuliana fu legato durante la sua intera esistenza: a Trieste ebbe molti amici, come l’editore musicale Carlo Schmidl. L' attività concertistica del piccolo Busoni iniziò nel novembre 1873 alla Sala Schiller e si protrasse fino al settembre 1875: commenti della critica, unanimemente entusiastici, apparvero su vari giornali cittadini. L'ultimo concerto triestino, "d'addio", prima di partire per Vienna, prevedeva anche alcuni pezzi pianistici e cameristici scritti da Busoni stesso, di cui però non è rimasta traccia.
L’appuntamento di mercoledì 24 ottobre può contare anche sulla collaborazione del Circolo della Cultura e delle Arti e del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”.
Per ulteriori informazioni vedere: pentaGramma autunno 2012