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26 aprile 2017 18:00


“Ai martiri di via Ghega”

Gli allievi del “Tartini” ricordano l'eccidio.
Letture di versi di Sofocle, Euripide,Primo Levi, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, David Maria Turoldo, Annelies Marie Frank ( Anna Frank), Chagatay.
Musiche di D. Shostakovic
Aula Magna - 26 aprile 2017 - ore 18,00

Sono passati settantatre anni dall’eccidio di via Ghega, da quel 23 aprile del 1944 in cui, come rappresaglia per un attentato dinamitardo a palazzo Rittmeyer, allora sede delle truppe tedesche d’occupazione, furono lì giustiziate per impiccagione 51 persone. Per giorni i corpi delle vittime, prelevate dalle carceri cittadine o fermate per strada, furono lasciati penzolare dalle finestre e lungo lo scalone interno del palazzo che ora ospita il Conservatorio, come monito per la popolazione triestina. Quindici giorni prima la stessa sorte toccò a Opicina, dopo un attentato in una sala cinematografica, ad altri 72 ostaggi passati per le armi al poligono di tiro. Un mese più tardi, il 18 maggio, come rappresaglia per un attacco a un campo di lavoro dell’Organizzazione Todt furono impiccati altri 11 ostaggi. Negli stessi giorni iniziava a funzionare il forno crematorio della Risiera di San Sabba.

Per ricordare la strage di via Ghega, gli allievi del Conservatorio leggeranno versi di Sofocle, Euripide,Primo Levi, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, David Maria Turoldo, Annelies Marie Frank ( Anna Frank), Chagatay, ed eseguiranno musiche di Dmitri Shostakovic.

 

Sofocle ( 497-406 a.C. )

Aiace - brani scelti, Antigone - brani scelti

 

Euripide ( 480-406 a.C. )

Ecuba - brani scelti, Le Troiane - brani scelti

 

Primo Levi (1919-1987)

Se questo è un uomo - Če to je človek

 

Salvatore Quasimodo (1901-1968 )

sulla traccia di “ Ai quindici di piazzale Loreto”: Alle fronde dei salici

 

Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

Non gridate più

 

David Maria Turoldo (1916-1992 )

Ascolta il, nostro grido, O Giobbe

 

Annelies Marie Frank (1929-1945)

Aprile

 

Chagatay ( 1990 )

da “Per il viaggiatore”: Finché i miei occhi avranno lacrime.

 

Corso di Teoria e tecnica dell'interpretazione scenica, docente Rosalba Trevisan:

Serena Arnò, Umberto Bassi, Fiorenza Badila, Adriana Cordua, Giulia Diomede, Dajana Dujmović, Anastasiia Gotovtceva, Jozefa Maria Haffner, Yaoguang Hou, Nika Kozar, Antonio Mrzlic, Victoria Mikulina, Sanja Paunović, Dragana Paunovity, Mateja Petelin, Rinaldi Martina, Camilla Solito, Daniel Osman Spangher, Alina Tabolina, Aida Turganbayeva, Daria Ivana Vitez

Installazione a cura del Corso di Musica e nuove tecnologie, docente Stefano Bonetti:

Enrico Ciacchi, Marco Floran, Davide Marzona

 

D. Shostakovic: Quartetto per archi op.110 in do minore

largo – allegro molto – allegretto- largo - largo

Valentina Pacini e Marina Nadalin, violini, Eugenio Bernes, viola, Sinem Karasu, violoncello

Corso di Quartetto, docente M° Fabio Pirona

 

Nel luglio 1960, il governo sovietico chiese a Shostakovic di recarsi nella Germania dell'Est, per seguire il gruppo di cineasti impegnati nella realizzazione del film Cinque giorni - cinque notti, 1960, per il quale il compositore avrebbe scritto le musiche. Le riprese si svolsero a Dresda, dove Shostakovic ebbe modo di constatare con i suoi occhi le conseguenze del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale: una città devastata, rasa al suolo dai bombardamenti inglesi ed americani appoggiati dall'Unione Sovietica. L'esperienza lo turbò profondamente, e spontaneo fu per lui tentare di esprimere il proprio stato emotivo tramite una composizione musicale. Riportando drammaticamente in vita quel grido di lutto personale e dolore già udito in altre composizioni, inesorabilmente il Quartetto prese forma, suggellato da una significativa dedica: "Alle vittime del fascismo e della guerra". Nonostante questa disposizione alla celebrazione universale delle distruzioni belliche, il Quartetto è ricolmo di autocitazioni con temi musicali provenienti da lavori precedenti (come la Prima Sinfonia, il primo Concerto per violoncello e orchestra, o l'opera Lady Macbeth) quasi che lo stesso Shostakovic si considerasse una di quelle vittime di tirannie che il Quartetto intendeva celebrare. Il Quartetto op. 11O venne eseguito durante i funerali di Shostakovic, nel 1975, su indicazione dello stesso compositore, acquisendo così definitivamente un deciso spirito commemorativo, rafforzato anche da queste lapidarie parole: "Provo eterno dolore per coloro che furono uccisi da Hitler, ma non sono meno turbato nei confronti di chi morì su comando di Stalin. Soffro per tutti coloro che furono torturati, fucilati, o lasciati morire di fame. Molte delle mie Sinfonie sono pietre tombali. Troppi della nostra gente sono morti e sono stati sepolti in posti ignoti a chiunque, persino ai loro parenti. Dove mettere le lapidi? Solo la musica può farlo per loro. Vorrei scrivere una composizione per ciascuno dei caduti, ma non sono in grado di farlo, e questo è il solo motivo per cui io dedico la mia musica a tutti loro".