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24 novembre 2016 19:00


Confluenze di Nuovi Linguaggi: Luci di più soli

Musiche per strumenti ed elettronica
Trieste - Sala Tartini
24 novembre 2016 - ore 19.00
Ingresso libero previa prenotazione (tel. 040 6724911)

Il linguaggio del jazz e quello della musica elettroacustica si innestano l'uno nell'altro e danno vita ad un modo di fare musica che non è la semplice somma dei due, ma qualcosa di nuovo, quasi una reazione chimica, da cui scaturisce un nuovo elemento.

 

PROGRAMMA

Davide Castellano con Snezana Acimovic

Chasing Moments, per violino e live-electronics (2016)

Allo strumentista si riserva, in gran parte del pezzo, una buona dose di autonomia dinamica, ritmica e agogica; certe sezioni, invece, sono precisamente notate e sono ripresentate, a volte identiche, altre volte leggermente mutati. Il musicista elettronico utilizza il suono registrato in diretta del violino (microfono ad archetto), mutandolo e riproponendolo tramite ritardi, FM e “freeze-effect” combinati a traspositori. Il titolo del brano è riferito all’azione del’esecutore elettronico, che deve applicare il freeze sul suono del violino “live”, stando attendo a scegliere il giusto momento da “fotografare” e far permanere durante il brano. La spazializzazione separa tre tracce di “freeze-effect” dal resto delle rielaborazioni, che vengono riprodotte, invece, in una zona vicina allo strumentista, in modo da “ingannare” l’ascoltatore in alcuni momenti in cui non si riesce a distinguere il suono originale del violino (che presenta spesso timbri particolari applicati dallo strumentista) dall’effetto applicato elettronicamente.

Giovanni Stella con Giacomo Zanus

Mantra, per chitarra elettrica e live-electronics (2016)

La struttura si suddivide in due sezioni : la parte A, in cui vari loop vengono eseguiti dal chitarrista, che suonerà utilizzando varie tecniche e strumenti quali un e-bow e uno slide, e registrati dall’esecutore elettronico, dove predomina la tonalità di Mi Minore. Al termine della parte A si giunge a una transizione, dove alla texture armonica viene aggiunta una componente ritmica molto esplicita. Nella parte B tutti i loop sono indirizzati verso un envelope follower che governa un synth che lavora per sintesi FM, il quale produce suoni inarmonici: l’armonicità del brano quindi lascia spazio a un mondo inarmonico in cui si riconosce un pattern ritmico ripetitivo. In questa sezione il chitarristà attuerà più interventi ritmico/timbrici piuttosto che melodici, con un pezzo di carta per stoppare le corde al ponte della chitarra. Nel finale i suoni inarmonici svaniscono bruscamente e lasciano spazio a una scia di delay dei loop della parte A.

Alessio Sorato con Giorgio Giacobbi

Crescendo, per sax ed elettronica (2016)

Il pezzo nasce dalla collaborazione con Giorgio Giacobbi. In un contesto di sperimentazione sonora del saxofono in Si bemolle e dell'elettronica, la musica porta l'ascoltatore a vivere delle emozioni controverse: dalla dolcezza dei suoni prodotti dal saxofono alla ruvidita' dei loop provocati dall'elettronica. La composizione dà la possibilità di scegliere all'esecutore di saxofono e all'esecutore dell'elettronica le azioni da fare durante il brano, creando quasi un improvvisazione controllata, l'unica azione che deve esser sempre eseguita è il costante crescendo della composizione, partendo da una dinamica sonora molto flebile e terminando con la massima intensità.

Ludovik Beranian

Oror, per sax e live electronics (2011)

Giorgio Giacobbi, sax

Ludovik Beranian (Sevan, 16 dicembre 1956), studia pianoforte e composizione presso il Conservatorio Statale di Yerevan, e filologia armena presso l’Università statale di Yerevan; nel 1977 è costretto ad interrompere gli studi e a emigrare in Europa, svolgendo svariati lavori; nel 1981 si stabilisce in Italia; dopo aver assistito al Prometeo di Luigi Nono a Venezia riprende a comporre, accostandosi alla musica elettronica in modo indipendente. Nel 2014 ritorna in Armenia, a Sevan, sua città natale. In Oror (ninna nanna) (2011) la forma tradizionale della ninna nanna armena viene frammentata e destrutturata, alla ricerca degli elementi minimi del linguaggio.

Emiliano Gherlanz con Giovanni Gregoretti

Cells In Vacuum, per basso elettrico e live electronics (2016)

Il primo passo nella creazione di questo brano è stato la catalogazione dei suoni che un esecutore può produrre tramite l’utilizzo del basso elettrico. La fase successiva è stata la registrazione dei suoni scelti e la creazione d i un ambiente d i improvvisazione elettronica adatto. L’ultima fase è stata quella della scrittura del pezzo, portata a termine dopo varie prove condotte dai due strumentisti e varie migliorie apportate all’ambiente elettronico. Tramite l’utilizzo dello strumento in maniera non convenzionale e una particolare microfonazione, è possibile per il bassista produrre in maniera apprezzabile suoni che, solitamente, verrebbero difficilmente associati alle sonorità del basso elettrico. È compito dell’esecutore elettronico catturare, rielaborare e successivamente riproporre allo spettatore questi suoni, tramite quattro altoparlanti. I suoni catturati dallo strumento passano all’interno di quattro diversi effetti, i cui parametri vengono variati in tempo reale dall’elettronico, rendendo la performance estemporanea e, di fatto, richiedendo una collaborazione puntuale e sincrona tra i due strumentisti.

Lorena Cantarut con Camilla Collet

Sistemi fortemente correlati, per percussione e live electronics (2016)

In fisica si definiscono “Sistemi fortemente correlati” i sistemi in cui l'interazione tra gli elettroni dà luogo a comportamenti collettivi e nuove fasi della materia. Trasfigurazione, imitazione e metamorfosi sono le parole chiave attorno alle quali g r a v i t a l a composizione: due sistemi complessi e a sé stanti, uno p i ù f i s i c o e dinamico, l’altro più cerebrale e s t a t i c o , s i relazionano tra di loro imitandosi, d i a l o g a n d o e diventando uno parte dell'altro.

Ludovik Beranian

K’ar, per violino e live electronics (2011)

Snezana Acimovic, violno

In K’ar (pietra) (2012), la d e s t r u t t u r a z i o n e d e l  l i n g u a g g i o  g i à sperimentata i n Oror prosegue e il discorso si pietrifica, rimanendo in attesa di un nuovo ascolto.