I concerti del Conservatorio
Federico De Stefani, pianoforte
Musiche di Šostakovič, Skrjabin, Debussy
Sala Tartini - 12 giugno 2019 ore 20.30
Ingresso libero su prenotazione (tel 040 6724911)
PROGRAMMA
Dmitrij Šostakovič:
Sonata in si minore op. 64: Allegretto, Largo, Moderato (con moto)
Aleksandr Skrjabin:
da 24 Preludi op. 11: Vivace, Allegretto, Vivo, Lento, Andante cantabile, Allegro
Claude Debussy:
Valse romantique, Berceuse heroïque, Nocturne, Danse bohémienne
Novecento decadentista
Scritta quasi in concomitanza con la sua settima sinfonia, la cosiddetta “Sinfonia di Leningrado” op. 60, la sonata in si minore op. 64 di Dmitrij Šostakovič, dedicata al suo insegnante al Conservatorio di Leningrado Leonid Vladimirovich Nikolayev, venne eseguita per la prima volta a Mosca nel 1943. Essa rispecchiava pienamente gli eventi che si stavano verificando nell’Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale: Šostakovič descrive, attraverso un linguaggio a tratti ironico, a tratti militaresco e drammatico, quegli anni cruciali così determinanti per le sorti della guerra. Il compianto e il dolore, ma allo stesso tempo la voglia di riscatto e di ribellione, prendono vita con toni eroici e militareschi. Fino a questo momento Šostakovič non si era avvicinato all’idea di musica che più compiaceva il regime sovietico e la Lega dei compositori, capeggiata da Stalin. In quest’opera, invece, la patria e l’antifascismo venivano esaltati e lo stesso compositore incitava il popolo sovietico a resistere all’oppressione nemica, sia attraverso la musica sia servendosi di altri mezzi di comunicazione: Šostakovič esortava di persona i suoi compatrioti alla radio, facendo notare come la vita nella città di Leningrado procedesse normalmente; voleva inoltre far sapere ai suoi concittadini che stava ultimando la sua sinfonia: quest’ultima avrebbe contribuito a sollevare gli animi del suo popolo. La Sonata op. 64 si articola in tre movimenti: il primo, di andamento moderato, è un fluire di temi ritmico-melodici tipici di Šostakovič (figure puntate, molto ritmate) nel quale emerge il tono militaresco ma anche l’ironia e l’amarezza del compositore stesso. Il secondo movimento (Largo) è una specie di “stasi” armonico-melodica, mediante la quale il compositore russo evoca un’atmosfera sofferente, sottolineata dalle dissonanze a tratti dure e a tratti morbide. Il terzo movimento è in forma di tema con variazioni: dalla cellula iniziale, quasi uno squillo di tromba che richiama alle armi, prende il via un susseguirsi di variazioni cariche di tensione. Il tema si ripresenta ora in forma ironica ora pieno di rabbia e di impotenza, riuscendo comunque ad esprimere la voglia di riscatto sia da parte del compositore nei confronti del regime sovietico che da parte del popolo sovietico stesso nei confronti dell’invasione tedesca.
Influenzati dal clima tardoromantico e da compositori quali Franz Liszt e Fryderyk Chopin, i 24 Preludi op. 11 per pianoforte di Alexander Skrjabin, scritti tra il 1888 ed il 1896, si ispirano apertamente ai 24 Preludi op. 28 del compositore polacco. Lo stile del giovane Skrjabin (nel 1888 ha solo sedici anni) non è per nulla banale. Compositore particolarmente controverso, usa nei suoi preludi un linguaggio armonico molto ricercato: egli infatti sorprende spesso l’ascoltatore per la sua maestria nelle modulazioni. Le opere di Skrjabin tuttavia non si distinguono solo per una tessitura armonica inusuale: i suoi Preludi op. 11, composti in tempi e luoghi diversi, si caratterizzano per una ricerca che sfiora l’astratto e la metafisica. Sono esempio di questa ricerca le indicazioni di tempo inusuali (4/2) combinate ad un fraseggio inedito, idea poco contemplata da altri compositori.
Scritta a Parigi nell’inverno del 1914 e orchestrata dallo stesso compositore nell’anno successivo, la Berceuse Heroïque di Claude Debussy in mi bemolle minore viene donata, insieme ad altre opere di altri compositori, al re del Belgio Alberto I, impegnato nella resistenza all’invasione dell’Impero germanico. Nella sezione centrale viene citato l’inno belga che inizia con uno squillo di tromba. Sono più legati al tardoromanticismo il Nocturne (composto a Parigi nel 1892), il Valse romantique (1890) e la Danse bohémienne (1880). Essi esaltano il sentimentalismo romantico anche attraverso reminiscenze chopiniane ma con il gusto e la ricercatezza timbrica e sonora che è presente in Debussy. Il tema centrale del Nocturne “dans le caractère d'une chanson populaire” è caratteristico: esso risente già di quella futura contaminazione popolare nella musica che ha modo di dilagare nel corso del XX secolo: il Jazz. Più militaresca invece (prettamente tedesca), la Danse bohémienne, opera giovanile del compositore francese, scritta a diciott’anni.
Federico De Stefani
Nato nel 1992 a Vittorio Veneto (TV), si è appassionato al pianoforte all’età di 6 anni. Nel 2003 ha intrapreso gli studi musicali presso l’Istituto “Arnaldo Benvenuti” di Conegliano (TV) sotto la guida dei maestri Giuseppe Borin, Paolo Pessina e Daniele Zanettovich. Negli anni successivi ha iniziato a tenere le sue prime esibizioni in pubblico, sia come solista che in ensemble cameristici, partecipando anche al VII concorso pianistico internazionale “Musica insieme” di Musile di Piave (VE), dove ha conseguito il terzo premio, categoria E. Ammesso al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste dall’a.a. 2012/2013, nel 2015 ha ottenuto una borsa di studio Erasmus+ che lo ha portato a soggiornare in Finlandia presso l’Accademia “Oamk” di Oulu seguito da Jouko Totterstrøm e Outi Rahko. Successivamente all’esperienza nel Nord Europa, ha conseguito, sotto la guida del prof. Flavio Zaccaria, la Laurea di I livello in Pianoforte approfondendo il repertorio russo e finlandese tardoromantico. Ha preso parte a diversi seminari e masterclass di pianoforte e di musica da camera perfezionandosi con stimati maestri italiani ed europei. Si è esibito in alcuni teatri e sale da concerto della Finlandia e in Italia nelle Province di Treviso, Belluno, Padova, Gorizia e Trieste. Ha eseguito in anteprima alcune composizioni di A. Gentili. Federico De Stefani è attivo come pianista collaboratore e insegnante di pianoforte in alcuni Istituti Musicali privati nelle province di Treviso e Belluno. È inoltre appassionato di musica jazz e pop. Attualmente iscritto al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste, frequenta il Biennio Specialistico di II livello – Indirizzo Interpretativo nella classe del prof. Flavio Zaccaria.