I concerti del Conservatorio
Irene Pauletto – arpa
Musiche di Glinka, Hindemith, Spohr, Bochsa, Chertok, Godefroid
Sala Tartini - Mercoledì 18 dicembre 2019, ore 20.30
Ingresso libero su prenotazione (tel 040 6724911)
PROGRAMMA
Michail Ivanovič Glinka:
The lark
Paul Hindemith:
Sonata per arpa
Mäßig schnell, Lebhaft, Lied – Sehr langsam
Louis Spohr:
Variations sur l’air “Je suis encore dans mon printemps” op. 36
* * *
Nicolas Charles Bochsa:
dal Barbiere di Siviglia: Rondeau sul trio “Zitti, zitti” (arr. Isabelle Moretti)
Pearl Chertok:
Around the clock
Ten past two, Beige nocturne, Harpicide at midnight, The morning after
Félix Godefroid:
La danse des sylphes
NOTE DI SALA
L’arpa, per le ricche qualità del suo stesso suono, è stata spesso utilizzata per accompagnare la voce, per imitarla, o per tradurre immagini in musica. Anche nel programma proposto si possono scorgere in molti brani collegamenti tra parola, testo poetico, immagini (come quelle di uccelli o fate) e pagine musicali. Il primo brano di Glinka si ispira ad esempio al cinguettio dell’allodola: inizia sottovoce, si diffonde e sviluppa nel corso della composizione per ridivenire un sussurro e perdersi.
Un secolo dopo, nel 1939, Paul Hindemith compose la Sonata per arpa dedicandola all’arpista italiana Clelia Gatti Androvandi. Il primo movimento, un allegro, sembra imitare il suono d’organo in una chiesa, il secondo (scritto in forma di scherzo) intende rappresentare giochi di bimbi e il terzo (un Lied) trasmuta in musica un drammatico testo poetico di Ludwih Hölty.
Le Variazioni del violinista e compositore Louis Spohr elaborano un’aria di Étienne Méhul, in cui si cantano la delusione dei primi amori e la nostalgia della fanciullezza.
Tratto invece dall’opera Il Barbiere di Siviglia di Rossini è il Rondò scritto da Bochsa, nel quale l’arpa ricrea lo spirito e l’atmosfera della scena operistica.
Con la suite dell’arpista statunitense Pearl Chertok, le quattro danze che la compongono rappresentano altrettanti momenti di una particolare giornata: una passeggiata lungo le vetrine, il tempo serale trascorso davanti allo specchio per prepararsi, la festa notturna e il mattino seguente. Il brano esplora diverse risorse dello strumento quali i glissandi con le unghie, lo slide pedal, il suono unghiato, ecc.
Il programma si chiude con un’altra danza, quella delle silfidi, figure mitologiche germaniche, geni femminili che abitavano boschi e campi. La loro leggerezza evanescente viene rappresentata nell’arpa da note veloci e acute e da quei virtuosismi che valsero al compositore e arpista belga Félix Godefroid la fama di “Paganini dell’arpa”.
Nata nel 1999, Irene Pauletto ha iniziato lo studio dell’arpa a sette anni con Nicoletta Sanzin presso la scuola di musica della Fondazione musicale Santa Cecilia di Portogruaro, dove si è diplomata nel 2017 con 10 e lode e menzione speciale. Si è inoltre perfezionata con Mario Falcao, Patrizia Tassini e Milena Stanisic, ed è attualmente iscritta al Triennio superiore del Conservatorio di Trieste. Ha ottenuto primi premi nei concorsi nazionali e internazionali Musica Insieme di Musile di Piave (2011 e 2012), di Alice Bel Colle (2012), Città di Piove di Sacco (2013), Rovere d’Oro di San Bartolomeo al Mare (2016), di Svirél (Slovenia, 2015), Premio Contea di Treviso (2016), Diapason d’oro di Pordenone (2017), Petar Konjovic di Belgrado (2019). Ha vinto le borse di studio Rotary per alunni meritevoli della Fondazione Musicale Santa Cecilia, Soroptimist, Friuladria Miglior Talento Musicale del Territorio (2015), Lions (2017). Nel 2014 ha partecipato al TIM/Torneo Internazionale di Musica tenutosi a Parigi, ricevendo il diploma d’onore ed esibendosi poi nel 2017 ad Hong Kong per il Focus on Youth nell’ambito del 13° Congresso mondiale dell’arpa. Si esibisce in duo e trio d’arpe, in duo con flauto ed in formazioni orchestrali nell’ambito delle attività della Fondazione musicale S. Cecilia, con l’orchestra In Musica Gaudium, l’Orchestra Giovani Musicisti Veneti e l’ensemble Metamorfozis.