I concerti del Conservatorio: "Omaggio a Ferruccio Busoni"
Concerto a cura del Dipartimento di Strumenti armonici
Musiche di Ferruccio Busoni
Sala Tartini - Lunedì 19 dicembre 2016, ore 20.30
Ingresso libero previa prenotazione (tel 040 6724911)
Interprete, compositore, geniale trascrittore e revisore, insigne didatta e saggista, Busoni incarna il modello del musicista del futuro, capace di intrecciare tradizione e innovazione in una ricerca faustiana protesa all’infinito perfezionamento umano e artistico. In occasione del 150 anniversario della nascita, il Dipartimento di Pianoforte del Conservatorio "G. Tartini" desidera rendere omaggio alla sua arte pianistica e compositiva dedicando una serata ad alcune tra le sue opere più significative per tastiera. Le Elegien (1907 - 9) rievocano nel titolo l’omaggio a Rilke, poeta a cui nel 1907 Busoni aveva dedicato, "con ammirazione e amicizia", il proprio "Abbozzo di una nuova estetica della musica". Ognuno dei sette componimenti porta sul frontespizio la dedica ad un pianista allievo della sua scuola e, tranne il brano di apertura (Nach der Wendung, Recueillement), trae spunto da materiale utilizzato in opere precedenti come la Fantasia contrappuntistica, il Concerto per pianoforte e orchestra, la Turandot, la Sposa sorteggiata e la Berceuse élégiaque. La componente metafisica si coniuga allo sperimentalismo linguistico che rinnova alla radice ogni elemento del comporre musicale: un’armonia multiversale, con centri di gravità in perenne rotazione, rende possibili melodie infinite, innestate nel tessuto compositivo attraverso una rete di polifonia diffusa. Ideale "pendant" delle Elegien è la Nuit de Noël (1908), brano dedicato a Frida Kindler, allieva dei corsi pianistici che il celebre compositore teneva a Weimar. Lo spunto compositivo è tratto da un canto natalizio siciliano ("O Sanctissima"), cui si unisce il fascino evocato dal suono del carillon, molto amato da Busoni. L’ansia rinnovatrice si proietta anche nel ciclo delle sei Sonatine, termine da intendersi non in senso classico ma come brano di piccole dimensioni per pianoforte. Al 1910 risalgono sia la prima, che si ispira al ciclo An die Jugend (1909), sia la seconda, considerata da Roman Vlad tra i capolavori busoniani più visionari in virtù del superamento della tradizionale quadratura ritmica. La successiva Sonatina ad usum infantis (1915) rievoca suggestivamente lo stile clavicembalistico mentre la Quarta Sonatina in diem Nativitate Christi MCMXVII, indaga le sfumature coloristiche delle mezzetinte e le diverse combinazioni fra i tre pedali, tecnica esecutiva di cui Busoni era maestro assoluto. L’omaggio a J. S. Bach traspare dalla Quinta Sonatina brevis in signo Joannes Sebastiani Magni (1919), libera trascrizione della Piccola Fantasia e Fuga in re minore BWV 905, ma la chiusura del ciclo è affidata alla Kammer-Fantasie ūber Bizets "Carmen" (1920), opera di ampio respiro ispirata alle parafrasi lisztiane, ove le immagini di Bizet si trasfigurano fantasticamente in una forma dalle proporzioni classiche.
Ferruccio Busoni
Nacque nel 1866 e passò la sua infanzia a Trieste. Ricevette le prime lezioni di pianoforte dalla madre Anna Weiss, eccellente pianista, e fu subito considerato un bambino prodigio, in grado di eseguire dei concerti già all’età di sette anni. Nel 1875 la famiglia traslocò a Vienna e diede così la possibilità al giovane Busoni di studiare al Conservatorio. Nel 1876 la famiglia si stabilì a Graz dove Busoni studiò composizione con Wilhelm Mayer (W. A. Rémy) e, già fino al 1881, scrisse più di 180 composizioni. Gli anni seguenti furono caratterizzati da molti viaggi e tournée: Lipsia, Helsinki, Mosca, Boston e New York, e Busoni divenne uno dei più importanti pianisti della sua epoca. Nel 1890 ottenne una cattedra al Conservatorio di Mosca e vinse il Concorso Rubinstein di Composizione. Tra il 1891 e il 1894 si trasferì in America insegnando a Boston. Si stabilì quindi a Berlino, organizzando concerti con l'Orchestra Filarmonica e continuando la sua attività concertistica e accademica quale insegnante di Composizione all'Accademia musicale. Nel 1907 fu nominato professore al Conservatorio di Vienna. Nel 1913 fu nominato Direttore del Liceo musicale di Bologna che mantenne solo per un anno. Busoni fu un grande appassionato interprete di Bach, di Beethoven e di Liszt, e fu anche apprezzato come musicologo e critico musicale. In questa veste scrisse testi teorici fondamentali, quali il "Saggio su una nuova estetica musicale"(1906), "L’abbozzo di una nuova estetica dell’arte del suono" (1907), "Dell'unità della musica" (1922); testi che affrontano anche il problema della dissoluzione del sistema musicale occidentale. Nell'ultimo periodo della sua vita compose opere rilevanti quali: la II Sonata per violino e pianoforte, il Concerto per pianoforte, coro maschile e orchestra, Elegie per clarinetto e pianoforte, la Berceuse élégiaque (alla memoria di sua madre) e la Fantasia Contrappuntistica per pianoforte. La sua ricerca per i nuovi orizzonti compositivi arrivò al culmine quando scrisse la Sonatina Seconda per pianoforte nel 1912. Contemporaneamente ebbe contatti con i futuristi e consolidò l’amicizia con Arnold Schönberg. Passò gli ultimi anni della sua vita nuovamente a Berlino dove si spense nel 1924.