I concerti del Conservatorio: "Percorsi cameristici"
a cura del Dipartimento di Direzione d’orchestra, Musica da camera e d’insieme
Musiche di Burkhard, Margola, Mozart, Boccherini, Doppler, Schumann, Cajkovskij, Chacaturjan
Sala Tartini - Mercoledì 31 maggio 2017 - ore 20.30
Ingresso libero su prenotazione (tel 040 6724911)
PROGRAMMA
Franco Margola: Quattro episodi per flauto e chitarra
Willy Burkhard: Serenata per flauto e chitarra n. 3 op. 71
Ursa Casar − Flauto, Tarik Kamaric − Chitarra
Wolfgang A. Mozart: Quartetto in sol maggiore per flauto, violino, viola e violoncello KV 285a
Ilaria Ellero − Flauto, Teresa Vio − Violino, Giovanni Dalle Aste − Viola, Thomas Bulzis − Violoncello
Luigi Boccherini: Quintetto in sol minore per flauto, due violini, viola e violoncello op. 19 n. 2
Quintetto Boccherini: Marco Obersnel − Flauto, Giada Visentin − Violino, Felipe José Kopušar Prenz − Violino, Sara Zoto − Viola, Sinem Karasu − Violoncello
A.Franz & Karl Doppler: Rigoletto Fantasie, su temi di Giuseppe Verdi per due flauti e pianoforte op. 38
Trio Doppler: Milica Tomic, Daniela Petkoska − Flauto, Sladjana Acimovic − Pianoforte
Robert Schumann: Phantasiestücke per violoncello e pianoforte op. 73
Sinem Karasu − Violoncello, Nicola Losito − Pianoforte
Pëtr Il'ic Cajkovskij: dalle Sette Romanze op. 47
n. 1 - Se avessi saputo, n. 2 - Dolcemente lo spirito si levò al cielo, n. 4 - Dormi, amico infelice
Alina Tabolina − Soprano, Hiromi Arai − Pianoforte
Aram Il'ic Chacaturjan: Trio per violino, clarinetto e pianoforte (1932)
Trio Joyce: Snežana Acimovic − Violino, Maria Bertós − Clarinetto, Hiromi Arai − Pianoforte
NOTE DI SALA
L'itinerario musicale del concerto ci conduce attraverso vari aspetti della musica da camera, da quella per gruppi senza pianoforte a quella in cui lo strumento a tastiera occupa invece una parte rilevante. Dall'atmosfera visionaria, a volte diafana a volte ironica, dei Quattro episodi per flauto e chitarra di Franco Margola, si passa ai contrasti timbrici novecenteschi della Serenata del compositore svizzero Willy Burkhard. Al grande repertorio cameristico appartiene il Quartetto KV 285a per flauto e archi di Wolfgang Amadeus Mozart, secondo di una serie di quattro composizioni dedicate dal genio salisburghese, allora ventunenne, a questa particolare formazione. È un brano in due soli movimenti, che riluce di una solarità musicale gradevole, caratteristica dello stile galante. Di carattere drammatico è invece il Quintetto op. 19 n. 2 per flauto e archi di Luigi Boccherini, non a caso scritto nell'espressiva tonalità di sol minore, anch'esso in due movimenti, con un dinamico Allegro iniziale al quale si contrappone un Minuetto, che si ammanta nel Trio di un fugace attimo di serenità. I fratelli Franz e Karl Doppler furono tra i massimi virtuosi del flauto nel diciannovesimo secolo: applauditi nei principali teatri e salotti europei, i due musicisti composero varie opere di carattere brillante, tra le quali spicca la Fantasia sul Rigoletto, con mirabolanti variazioni sulle più celebri arie verdiane. Alla grande tradizione romantica tedesca appartengono i Phantasiestücke op. 73 di Robert Schumann, vero capolavoro di Hausmusik, eseguibili, per espressa indicazione dell'autore, con tre diverse tipologie di duo, ossia con clarinetto oppure violino o violoncello e pianoforte. La composizione, divisa in tre movimenti, accelera progressivamente il ritmo della scrittura, passando dal lirismo iniziale alla successiva tensione, per giungere allo slancio del finale, in una sapiente contrapposizione dei due strumenti coinvolti nel dialogo musicale. Nel 1880 Pëtr Il'ic Cajkovskij si dedicò alla creazione di un gruppo di sette Romanze, tra le quali emergono la prima, la seconda e la quarta, tutte su testo di Aleksej Konstantinovic Tolstoj. Si tratta di lavori ammantati di suadente espressività, nei quali la parola si fonde alla perfezione con la melodia e con la profondità della tradizione russa. L'accostamento in trio di violino, clarinetto e pianoforte è piuttosto inconsueto: le a«ascinanti soluzioni timbriche che ne scaturiscono offrono lo spunto ad Aram Il'ic Chacaturjan per una composizione di grande originalità, quale è appunto il suo Trio, composto nel 1932, in cui riecheggiano spunti melodici della tradizione armena, russa e uzbeka.